Teodosio
Eletto vescovo, si distinse subito per la sua profonda religiosità e per la sua attività pastorale, tali da ritemprare in poco tempo la fede e la moralità del clero e del popolo. Nel 881 Teodosio indisse un Sinodo per puntualizzare le norme canoniche e i principi della fede cristiana.
Ai Santi Crisante e Daria, martiri romani, i cui corpi egli aveva portato con sé da Roma, prezioso dono del Pontefice, egli dedicò la chiesa ipogea posta sull'acropoli. A San Barsanofio dedicò l'antica laura basiliana di S. Antonio Abate, fuori la Porta degli Ebrei. A San Leucio innalzò un tempio a Brindisi proprio sul posto dove questi era stato seppellito sin dalla sua morte.

Oltre che "costructor" di templi e grande riformatore della chiesa oritana, Teodosio è ricordato dagli storici anche come diplomatico per gli alti incarichi di carattere politico, che i papi del tempo gli affidarono: inviato da Papa Adriano II in qualità di capo di un'ambasceria a Costantinopoli per trattare con l'imperatore d'oriente su importanti questioni religiose, mentre da Papa Stefano V a Taranto affinché invitasse lo stratega bizantino a non intervenire più nei fatti religiosi della chiesa cattolica di quella città.